domenica 20 febbraio 2011

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"Ci sono fortune che vanno in braccio al primo che incontrano, fortune puttane che piantano subito e vanno col prossimo e invece ci sono fortune sagge che spiano una persona e la collaudono lentamente"

"Leggo gli usati perchè le pagine molto sfogliate e unte dalle dita pesano di più negli occhi, perchè ogni copia di libro può appartenere a molte vite e i libri dovrebbero stare incustoditi nei posti pubblici e spostarsi insieme ai passanti che se li portano dietro per un poco e dovrebbero morire come loro, consumati dai malanni, infetti, affogati giù da un ponte insieme ai suicidi, ficcati in una stufa d'inverno, strappati dai bambini per farne barchette, insomma ovunque dovrebbero morire tranne che di noia e di proprietà privata, condannati a vita in uno scaffale"

"Non so niente di troppe cose per tenerne conto, però a volte affiora un'ignoranza che mi dà nostalgia"

"Si mangia sì e no un cucchiaio di sale insieme a una persona e già si sta in amore. Ma prima di affidarsi, si dovrebbe mangiare una pentola di sale insieme"

"Se anch'io sono un altro è perchè i libri più degli anni e dei viaggi spostano gli uomini. Dopo molte pagine si finisce per imparare una variante, una mossa diversa da quella commessa e creduta inevitabile"

E. De Luca - Tre cavalli

sabato 19 febbraio 2011

Rosso

Dissetati con il mio sangue
Nutriti con il mio cuore
Fino a quando non potrai più farne a meno

Colpisci, uccidimi
innanzi a te rimango inarme
pietrificata dalla sola passione

Nascondo un desiderio che mi porterà a morire
Prendimi e donami l'eternità
fissando i tuoi occhi in un vassoio d'argento

sabato 12 febbraio 2011

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Le pene e i dolori simultaneamente sofferti non si sommano per intero nella nostra sensibilità, ma si nascondono, i minori dietri i maggiori, secondo una legge prospettica definita [...]. Ed è anche questa la ragione per cui così spesso, nella vita libera, si sente dire che l'uomo è incontentabile: mentre, piuttosto, che di una incapacità umana per uno stato di benessere assoluto, si tratta di una sempre insufficienza conoscenza della natura complessa dello stato di infelicità, per cui alle sue cause, che sono molteplici e gerarchicamente disposte, si dà solo un nome, quello della causa maggiore; fino a che questa abbia eventualmente a venir meno, e allora ci si stupisce dolorosamente al vedere che dietro ve n'è un'altra; e in realtà una serie di altre.

P. Levi - Se questo è un uomo

giovedì 3 febbraio 2011

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Allora per la prima volta ci siamo accorti che la nostra lingua manca di parole per esprimere questa offesa, la demolizione di un uomo. In un attimo, con intuizione quasi profetica, la realtà ci si è rivelata: siamo arrivati al fondo. Più giù di così non si può andare: condizione umana più misera non c'è, e non è pensabile. Nulla è più nostro: ci hanno tolto gli abiti, le scarpe, anche i capelli; se parleremo, non ci ascolteranno, e se ci ascoltassero, non ci capirebbero. Ci toglieranno anche il nome: e se vorremmo conservarlo, dovremo trovare in noi la forza di farlo, di fare sì che dietro al nome, qualcosa ancora di noi, di noi quali eravamo, rimanga.


Se fossimo ragionevoli, dovremmo rassegnarci a questa evidenza, che il nostro destino è perfettamente inconoscibile, che ogni congettura è arbitraria ed esattamente priva di fondamento reale. Ma ragionevoli gli uomini sono assai raramente, quando è in gioco il loro proprio destino; essi preferiscono in ogni caso le posizioni estreme [...]. Le due classi, dei pessimisti e degli ottimisti, non sono peraltro così ben distinte: non già perchè gli agnostici siano molti, ma perchè i più, senza memoria nè coerenza, oscillano fra le due posizioni-limite, a seconda dell'interlocutore e del momento.

P. Levi - Se questo è un uomo